Dare avvio alla carriera di psicologo può essere complicato.
Oltre alla concorrenza agguerrita e a un mercato davvero saturo, lo psicologo che vuole promuoversi deve fare i conti con limitazioni deontologiche, scarsa formazione in ambito di marketing e la diffidenza e la ritrosia verso le attività più tipicamente “promozionali”.
In questo approfondimento scopriamo allora quattro strumenti utili (digitali e non) per farsi conoscere come psicologo o psicologa anche se non ci sentiamo così propensi a farci pubblicità.
Alt! Perché ti serve la pubblicità?
Per avviare l’attività da libero professionista, non è sufficiente promuoversi.
La pubblicità, il marketing e i canali social hanno infatti un senso solo se ci aiutano a incanalare e diffondere un messaggio ben preciso, chiaro prima di tutto dentro noi stessi. Le attività di marketing sono uno strumento potente, danno risalto e visibilità alla nostra voce, ai nostri pensieri e quello che siamo. Tuttavia, è necessario prima sapere chi siamo, dove vogliamo andare e che cosa sentiamo di poter offrire di utile.
In altre parole, prima di promuoversi è importante rispondere a tre domande:
- Chi ci proponiamo di servire?
- Come?
- Perché?
Queste tre domande sono fondamentali, perché ci aiutano a definire la nostra identità come professionisti e a distinguerci dalla massa.
A questo proposito potresti leggere i nostri altri approfondimenti: regole per avere successo come professionisti e cosa fare se hai dubbi sulla psicologia clinica.
Google AdWords
Il primo utile strumento di marketing per psicologi è Google AdWords (meglio conosciuto come Google Ads). Su Google Ads è possibile promuovere le proprie attività e servizi in molti modi diversi. Il funzionamento di base di AdWords si basa su un sistema di aste e annunci, che intercettano le ricerche degli utenti sul noto motore di ricerca. Di solito, quando cerchiamo qualche informazione online, Google restituisce una serie di link come risultati (dieci nella prima pagina). Se scriviamo “psicologo a Roma” ad esempio, Google restituirà prima alcuni annunci (contrassegnati dal contrassegno “Ann.” in grassetto prima del link) e poi alcuni risultati “organici”, ovvero indicizzati (entrati in classifica) grazie alla loro qualità e rilevanza per gli utenti.
Vediamo più nel dettaglio come funziona questo sistema.
Google Ads in poche parole
Google Ads è un sistema pubblicitario piuttosto complesso, ma, per fortuna, anche altrettanto stratificato. Google infatti ha tutto l’interesse a permettere un utilizzo dei suoi sistemi a chiunque, quindi, se deciderete di utilizzare AdWords, potrete farlo anche se non ne avete una conoscenza approfondita. Ad ogni modo, un minimo di auto-formazione può essere utile per non buttare via troppi soldi all’inizio (esperienza personale).
AdWords permette di comparire tra i primi risultati di ricerca di un utente per particolari parole chiave. Tornando all’esempio precedente, se avete costruito un buon annuncio per la parola chiave “psicologo Roma”, e se avete un budget sufficiente, è possibile che il vostro annuncio comparirà nelle prime posizioni tra i risultati offerti da Google.
Potrete scegliere tra annunci di testo e annunci display (ovvero video e banner pubblicitari su siti pertinenti). Ma se siete all’inizio il consiglio è quello di focalizzarvi sugli annunci di testo, evitando la rete display, i cui parametri possono risultare più complicati da impostare efficacemente.
Il mio consiglio è quello di prendersi una settimana o due per familiarizzare con l’ecosistema pubblicitario di Google e magari seguire un breve corso di formazione prima di iniziare (ce ne sono diversi su internet a un prezzo piuttosto ragionevole o persino gratuiti, come Google Digital Training).
Un altro utilissimo strumento di marketing per psicologi è rappresentato da Instagram, il social più utilizzato dopo il declino di facebook.
Su Instagram è possibile creare un proprio account professionale ed entrare in relazione con colleghi, altri professionisti e potenziali clienti.
Con miliardi di utenti attivi nel mondo ogni giorno, Instagram consente di acquisire facilmente una certa visibilità.
Il meccanismo è abbastanza semplice: con la creazione di post e brevi video è possibile farsi conoscere come persona e professionista, entrando in contatto diretto con utenti che potrebbero essere interessati ai nostri servizi.
Tuttavia, anche Instagram come Google AdWords presenta diversi livelli di utilizzo e, mentre può essere utilizzato con relativa fluidità anche da un utente inesperto, il sistema pubblicitario può essere piuttosto complicato da comprendere e utilizzare.
Come funziona la pubblicità su Instagram
Quando pubblichiamo un’immagine, un video, un carosello di grafiche o altro su Instagram, i nostri post divengono visibili a tutti gli utenti sulla piattaforma (a meno che non abbiamo impostato parametri di privacy più restrittivi). Il modo più semplice per raggiungere un pubblico in linea con i nostri obiettivi è quello di usare hashtag pertinenti, come ad esempio #psicologia, #psicoterapia, #salutementale e via discorrendo. La pubblicazione “in organico” (ovvero non sostenuta da budget pubblicitario) su Instagram ha di solito una visibilità molto limitata: con centinaia di migliaia di account attivi su questo social, l’algoritmo favorisce chi ha già un certo seguito o chi investe del denaro per ottenere visibilità.
Su Instagram il modo più semplice per promuoversi è creare inserzioni a pagamento, ovvero post o stories sostenuti da un budget, che l’algoritmo cercherà di mostrare a quante più persone possibile in linea con il nostro target. Ovviamente, la visibilità cambia a seconda del budget e dell’ampiezza del pubblico scelto. In questo caso quindi, per non sprecare i nostri soldi, è molto meglio essere specifici nell’impostazione della campagna. Dire che vogliamo raggiungere le donne è molto diverso da dire che vogliamo raggiungere le donne single tra i 25 e i 35 anni, interessate alle relazioni e allo sport, a Roma e nel raggio di 20 chilometri dal Raccordo Anulare.
Blog Personale
Se all’inizio non abbiamo molto budget per farci pubblicità, una scelta efficace può essere la creazione di un blog personale. Oggi è possibile costruire gratuitamente siti web, ad esempio su WordPress o Google Sites, e da lì iniziare a produrre contenuti per farsi conoscere. In questo caso, le leggi degli algoritmi di Google presuppongono almeno una conoscenza minima della SEO (Search Engine Optimization), ovvero l’insieme di pratiche e accortezze tecniche che permettono a un contenuto ben scritto di apparire nella prima pagina delle ricerche Google. Queste conoscenze minime sono fondamentali, perché come racconta il detto: “Il modo migliore per nascondere un cadavere è la seconda pagina di Google”.
Come funziona la SEO
Google cerca di favorire gli articoli migliori per soddisfare le ricerche dei suoi utenti e rispondere alle loro domande. L’indicizzazione di un sito, ovvero la sua posizione nelle classifiche dei risultati di ricerca (“ranking”) dipende da molti fattori diversi. Addentrarsi nella tecnicalità della SEO richiederebbe un corso di formazione a sé. Per ora quindi vi basti sapere questo: Google privilegia contenuti ben scritti, che aiutano le persone a trovare risposte a domande specifiche e a risolvere problemi. Per fare questo, il sistema “scannerizza” la vostra pagina di blog in cerca di parole chiave che aiutino la macchina a determinare di cosa parla quel testo e come può essere utile a una persona che sta cercando informazioni su quell’argomento. Se vogliamo farci conoscere come professionisti competenti in sessuologia, ad esempio, il nostro blog dovrà affrontare argomenti inerenti fornendo risposte significative. Così potremmo pensare a scrivere articoli sulla sessualità, che includano parole chiave come “sessuologia”, o “rimedi problemi sessuali”. Insomma, al di là degli aspetti tecnici, è importante che i nostri contenuti aiutino le persone a trovare una soluzione, a sentirsi meglio e a capire che non sono sole.
Eventi e networking
Instagram e Google Ads sono strumenti potenti. Tuttavia, farsi pubblicità può essere molto costoso e, specialmente all’inizio della professione o se abbiamo un budget ridotto, può essere utile pensare a strumenti alternativi per promuoversi e farsi conoscere offline.
Il primo strumento di marketing offline riguarda la partecipazione a eventi e a iniziative sul territorio. A seconda dell’ambito specifico in cui ci troviamo a operare (ad esempio clinica, psicologia del lavoro, dello sport, etc.) dovremmo essere sempre all’erta per quanto riguarda eventi di networking, possibili progetti a cui partecipare e occasioni per stringere nuove relazioni e rapporti interessanti.
Un atteggiamento propositivo e proattivo è spesso la scelta migliore. Partecipare a convegni, intervisioni, confronti con i colleghi è un ottimo modo per ampliare la rete di conoscenze e diventare un punto di riferimento per chi ci conosce.
È utile in questo senso cercare di guardare a situazioni sociali e contatti anche con persone che lavorano al di fuori dell’ambito psicologico: spesso altri professionisti hanno bisogno di uno psicologo come punto di riferimento, sia in ambito clinico che in altri contesti come marketing, produzione di contenuti, sessualità, User Experience e via dicendo.
Specialmente in contesti vivaci come Milano, o Roma, molte start-up oggi apprezzano persone formate in psicologia, che hanno una mentalità flessibile, permeabile, e sono disposte ad ascoltare e mettersi in gioco. Inoltre, dopo la pandemia si sta dando sempre maggiore risalto al benessere psicologico. Occhi e orecchie aperte, dunque!
Conclusioni
Con grandi aziende e start-up ruggenti che investono cifre sempre più rilevanti per pubblicizzare i propri servizi psicologici, può essere molto difficile oggi emergere come psicologi liberi professionisti. Tuttavia, avviare un progetto in proprio o sostenersi in maniera indipendente non è del tutto impossibile. Servono però pazienza e intraprendenza. Se vogliamo sopravvivere in un mercato agguerrito ad esempio, dobbiamo integrare e aggiornare costantemente le nostre competenze. Inoltre, è importante riflettere sulle proprie specificità: Cosa ci interessa davvero? Cosa ci rende unici e utili? Per cosa una persona potrebbe essere disposta a pagare i nostri servizi? Che cambiamento vorremmo vedere nel mondo? Quali problemi ci interessa risolvere?
Insomma, il ragionamento sugli strumenti di marketing da utilizzare come psicologi non dovrebbe essere il punto di partenza, ma quello finale, nel tentativo di capire come emergere e come avviare un’attività di successo.