Quali sono gli interventi terapeutici impiegati nel trattamento basato sulla mentalizzazione?


Prima di parlare degli interventi terapeutici utilizzati nel trattamento basato sulla mentalizzazione, è importante definire cosa si intende per terapeuta mentalizzante. Riassumo la posizione del terapeuta mentalizzante, anche definita del “non sapere”, con la seguente frase di Bateman e Fonagy:

Mentalizzare in psicoterapia definisce un processo di attenzione congiunta di cui gli stati mentali del paziente costituiscono il focus. Il terapeuta mentalizzante deve trovare se stesso nella mente del terapeuta così come il terapeuta deve cogliere se stesso nella mente del paziente.

Lo scambio clinico tra terapeuta e paziente avviene in sintonizzazione con la capacità mentalizzante del paziente, la quale può modificarsi in base al grado di attivazione del sistema di attaccamento.

La lettura del presente articolo potrebbe essere più semplice se prima decidi di leggere questo altro approfondimento che introduce al tema che stiamo per trattare.

Gli interventi terapeutici di un terapeuta mentalizzante prevedono alcune caratteristiche generali:

· Semplicità e brevità

· Focus sugli affetti

Il terapeuta cerca di cogliere la tonalità affettiva dello stato emotivo del paziente nell’hic et nunc della relazione terapeutica e il possibile cambiamento degli affetti stessi.

· Focus sulla mente del paziente (non sul comportamento)

Un’indicazione terapeutica di rilievo implica di non focalizzarsi sul comportamento del paziente. Questo potrebbe condurre alla produzione di un circolo in cui il paziente, nel tentare di trovare le motivazioni al suo comportamento, fallisce nel mentalizzare.

Il clinico è invitato a concentrarsi sulla mente del paziente. Si domanda quale sia l’impatto che il comportamento ha avuto sul paziente e quale stato mentale ha preceduto il comportamento in questione.

Non significa semplicemente creare un collegamento tra stato mentale e comportamento. Il compito del terapeuta consiste nel risalire a quando è avvenuto il fallimento della mentalizzazione e in quale vissuto soggettivo e contesto relazionale era inserita la persona.

· Collegamento a eventi o attività attuali

Il focus è posto su eventi attuali, sull’esperienza del momento presente. Sebbene il ruolo del terapeuta mentalizzante non preveda un’attenzione specifica al passato, esso diviene oggetto di interesse quando assume un senso di attualità.

Il terapeuta mentalizzante deve porre l’accento non tanto sul contenuto quanto sul processo.

A tal proposito, l’MBT prevede un percorso clinico degli interventi:

  • Individuare l’affetto e non solo il comportamento;
  • Esplorare il contesto emozionale;
  • Definire il contesto interpersonale esterno;
  • Esaminare il tema interpersonale nel trattamento;
  • Esplorare il contesto specifico (transferale).

Il terapeuta può usare un’ampia gamma di interventi durante il processo terapeutico. In particolare, l’MBT consiglia di cominciare dal livello superficiale per poi proseguire ai livelli “più profondi”.

La scelta del tipo di intervento avviene in base alla capacità di mentalizzazione del paziente, all’attivazione del mondo emotivo e del sistema dell’attaccamento del paziente.

Infatti, il tipo di intervento è inversamente proporzionale all’intensità emotiva.

Ciò significa che nel momento in cui l’intensità emozionale aumenta, il terapeuta dovrebbe utilizzare interventi di supporto e di empatia. Quando, al contrario, il paziente manifesta la capacità di contenere l’emozione e di essere in grado di considerare il proprio stato mentale e quello del terapeuta, lì diviene possibile il transfert mentalizzante.

Qui, vale la premessa fatta precedentemente: l’importanza della sintonizzazione e della congruenza dell’intervento del terapeuta con la capacità mentalizzante del paziente.

Rassicurazione, supporto ed empatia

Questi termini sono trasversali a tutte le psicoterapie e nell’MBT vengono considerate competenze terapeutiche fondamentali.

Lo scopo consiste nel permettere al paziente di esplorare aree di incertezza a cui dare un significato. Alcuni modi che rientrano in ciò che viene definito come atteggiamento supportivo:

  • Assumere una posizione del non sapere,
  • Effettuare affermazioni empatiche,
  • Mostrare desiderio di sapere e capire ,
  • Verificare la propria comprensione di ciò che ci ha portato il paziente,
  • Non sostituirsi al paziente.

Una modalità di atteggiamento supportivo consiste nell’identificare ed esplorare la mentalizzazione positiva. Quando il paziente manifesta capacità mentalizzanti in una determinata situazione interpersonale, il terapeuta può soffermarsi a esaminare come si è sentita la persona nell’essere stata in grado di comprendere i sentimenti propri e altrui.

Stimolare la curiosità verso le motivazione e mostrare come il comprendere e lo spiegare a sé stessi e agli altri migliori il controllo degli stati emotivi.

Chiarificazione, sfida ed elaborazione

Chiarificare consiste nel fare ordine: porre domande, ricostruire gli eventi e focalizzarsi su di essi momento per momento e ricondurli ai sentimenti, identificando il fallimento della mentalizzazione sono alcune tecniche comuni.

Nel momento in cui la mentalizzazione del paziente fallisce, essa può essere ristabilita impiegando la tecnica Ferma e stai grazie alla quale il terapeuta può interrompere lo scambio clinico. Lo scopo è co-costruire uno spazio di riflessione su un aspetto di confusione verificatosi in seduta.

Mentalizzazione di base

Le tecniche per promuovere la mentalizzazione a seguito di un suo fallimento o promuovere il mantenimento durante una seduta rientrano in ciò che Fonagy e Bateman chiamano:

– Fermati, ascolta, guarda

Innanzitutto, il terapeuta deve conoscere gli indicatori di una scarsa mentalizzazione.

Il compito del terapeuta consiste nel mantenere uno stato di sospensione in cui analizza il processo e l’interazione del momento presente con il paziente. Contemporaneamente, è necessario che presti attenzione alle reazioni emotive per cogliere il processo affettivo che sta interferendo con la capacità mentalizzante.

– Fermati, ripercorri, analizza

Differisce dalla precedente: il terapeuta interrompe, utilizzando la tecnica Ferma e stai, la seduta individuale insistendo sull’importanza di tornare al punto in cui vi era un’interazione costruttiva.

Mentalizzazione interpretativa

La mentalizzazione interpretativa comporta l’uso dei cosiddetti traccianti di transfert. Essi creano collegamenti tra contenuto e processo. Il clinico tenta di focalizzare l’attenzione sul qui ed ora delle relazioni interpersonali.

Mettono in relazione il presente esterno con il presente del trattamento, o viceversa.

Le indicazioni che offrono Bateman e Fonagy sono le seguenti:

  • Connettere affermazione e generalizzazione;
  • Identificare degli schemi;
  • Alludere al transfer;
  • Segnalare il collegamento con la terapia.

Nella mentalizzazione interpretativa, il clinico MBT è chiamato a “mettere in relazione la reazione del paziente con uno stato mentale in una sequenza causale”. Un esempio potrebbe essere il collegare la reazione di rabbia del paziente alla paura della critica.

Gli interventi della mentalizzazione interpretativa si pongono l’obiettivo di assumere insieme al paziente una visione comune rispetto al suo comportamento specifico. Come si procede con la mentalizzazione interpretativa?

Bateman e Fonagy specificano che è necessario:

  • Chiarificazione ed elaborazione sia dell’emozione sia dell’esperienza;
  • Individuare il fallimento della mentalizzazione;
  • Incoraggiare una mentalizzazione attiva;
  • Presentare una prospettiva alternativa.

Mentalizzazione del transfert

Come viene pensato il transfert nell’MBT?

In breve, il transfert non è concettualizzato come l’insight derivante dalla connessione del modello di comportamento del paziente con i modelli infantili e quelli attivi nelle relazioni esterne alla terapia. Bensì, utilizzare il transfert per un terapeuta MBT consiste nel focalizzare l’attenzione sulla relazione attuale tra paziente e terapeuta. Si utilizza il transfert quando si è consapevoli che tale focus possa contribuire al benessere del paziente.

Espressione sintetica per dire di incoraggiare i pazienti a pensare alla relazione che stanno vivendo in quel momento.

L’obiettivo del mentalizzare il transfert è promuovere nel paziente la capacità di confrontarsi con un’altra mente, quella del terapeuta o di altre persone al di fuori del contesto clinico, rispetto alla percezione di sé. Permette così al paziente di comprendere come gli stessi comportamenti possano essere vissuti o pensati in maniera differente da menti diverse.

Per esplicitare come l’MBT utilizzi il transfert, Bateman e Fonagy suggeriscono i seguenti sei passi:

  • Convalidare il sentimento del transfert, legittimarlo e dargli valore.
  • Esplorare il transfert.
  • Se si presenta un enactment, il clinico MBT è tenuto ad accettarlo prestandovi la corretta attenzione.
  • Collaborare insieme al paziente per giungere a un’interpretazione adottando una posizione interrogativa in cui il paziente è coinvolto.
  • Fornire una prospettiva alternativa.
  • Esaminare la reazione del paziente all’intervento.

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Bibliografia

Allen, J. G., Fonagy, P., Bateman, A. W., Yudofsky, S. C., & Oldham, J. M. (2010). La mentalizzazione nella pratica clinica. Raffaello Cortina Editore.

Bateman, A. W., & Fonagy, P. (2004). Mentalization-based treatment of BPD. Journal of personality disorders18(1), 36-51.

Bateman, A., & Fonagy, P. (2006). Mentalizing and borderline personality disorder. Handbook of mentalization based treatment, 185-200.

Bateman, A., & Fonagy, P. (2014). Il trattamento basato sulla mentalizzazione: psicoterapia con il paziente borderline. Raffaello Cortina.

Bateman, A., & Fonagy, P. (2019). Mentalizzazione e disturbi di personalità: una guida pratica al trattamento. Raffaello Cortina.

6 October 2021
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Categorie: Teoria
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L'autore

Elisabetta Masci

Founder

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