Inquadramento dell’Opera

L’ultima opera di Massimo Recalcati (2021), edita da Raffaello Cortina, si inscrive nel filone della coraggiosa impresa di trattare il discorso e l’insegnamento di Jacques Lacan, trattando per la prima volta nello specifico il rapporto sessuale. L’argomento, già complesso sia al tempo dello psicoanalista francese sia oggi, viene introdotto, sin dal titolo, riprendendo lo stesso scandaloso aforsima di Lacan: “non esiste rapporto sessuale”.

Di centrale importanza – sociale, politica e clinica – sin dai tempi di Freud, il rapporto sessuale è qui presentato vestito di tutte le sue complesse sfumature, che sono sin dalle prime pagine distinte dalla componente istintuale che pur caratterizza il tema. Riprendendo il lessico lacaniano, Recalcati ripercorre i molteplici significati del rapporto sessuale, che intrecciano istinto, desiderio, pulsione, fantasma, godimento, linguaggio, maschile e femminile.
Lo stile di scrittura segue le ultime opere di Recalcati che, a mio avviso, rappresentano un’arma a doppio taglio. Da un lato, ciò che rende coraggioso il tentativo dello scrittore di utilizzare il linguaggio lacaniano è il pericolo di rendere poco chiara l’esposizione del testo, soprattutto in presenza di termini che rischiano di essere compresi solo dagli “addetti ai lavori” o, ancora più nello specifico, da chi è abituato a servirsi del linguaggio di Lacan. Dall’altro lato, si assiste ancora una volta alla squisita capacità metaforica di Recalcati, che costella il testo di esempi clinici, aneddoti, parallelismi con altre opere, sia letterarie che cinematografiche, servendosi delle parole di Woody Allen, fino al Dongiovanni e il Casanova, passando per autori come Pasolini e De Sade.
L’opera, che si posiziona come saggio, può essere parimenti interessante e, a tratti, d’ispirazione, sia per gli addetti ai lavori – non solo del campo psicoanalitico – sia per ogni tipo di lettore, che si trova implicato, in quanto soggetto, nelle maglie del desiderio che caratterizzano la sua vita sessuale e quella delle persone che lo circondano.


Non solo corpo, non solo sesso

La tesi centrale della prima parte del libro presenta il rapporto sessuale in tutta la complessità, che lo rende ben più sconfinante dei limiti corporei e di quelli dell’istinto; partendo proprio dalle sue implicazioni politiche, che oggi, forse più che ai tempi di Lacan, risultano imprescindibili per poter comprendere la portata clinica del rapporto con il sesso. Omosessualità, gender, divieti morali, diritto al godimento sessuale, sono espressioni della complessità moderna che, tuttavia, non sconta il rapporto sessuale dalla sua natura strutturalmente “perturbante e disarmonica”. Anzi, ciò che si trova ad affrontare ogni giorno la psicoanalisi – ma non solo quella – è la presenza di una difficoltà insita nel rapportarsi all’altro, con tutte le sue conseguenze politiche e sociali che interessano sia chi tratta per lavoro queste tematiche, sia chi, come tutti, ne è semplicemente toccato. In questo senso, è chiarito sin dai primi passaggi che questo testo non parla solo di sesso, ma di tutta la complessità del soggetto che si trova a fare i conti con il proprio desiderio sessuale, che sua volta è un desiderio che lo caratterizza profondamente in quanto essere umano; in questo senso, le tesi presentate nel libro, al di là dei casi clinici e delle metafore interdisciplinari, parlano di e a tutti.


L’apporto psicoanalitico alla sessualità

Ciò che la psicoanalisi ha da dire sulla sessualità viene introdotto, nel libro, dall’opera sovversiva di Freud, che ha ipotizzato l’esistenza di un’attività erotica sin dai primi anni di vita del bambino; la tesi freudiana diviene centrale soprattutto per la sua influenza sulla vita sessuale dell’adulto: nel pieno senso classico psicodinamico la strutturazione psichica infantile – a partire dal complesso edipico – sarà presente nella strutturazione del rapporto sessuale dell’adulto.
In questo delicato passaggio, che non ha ancora perso, a mio parere, la sua portata a tratti sconcertante, si avverte in Recalcati lo stesso rischio che ha affrontato, ovviamente con una portata maggiore, il padre della psicoanalisi. Appare infatti difficile, per la delicatezza e, insieme, universalità dell’argomento, utilizzare un linguaggio che non banalizzi o sia foriero di fraintendimenti. Nella presentazione dell’apporto psicoanalitico alla sessualità, termini come “desiderio”, “godimento” e “fallo” rischiano di essere fraintesi se non anticipati dalla spiegazione del loro posto nel lessico lacaniano e, più in generale, psicoanalitico. In questo passaggio è presente a mio parere un punto critico dell’opera di Recalcati che, come le altre, rischia di non rendere chiaro il pubblico a cui è rivolta. La diffusione delle opere di Recalcati le rende appetibili a un pubblico ampio, non sempre composto però da lettori che possono intendere il lessico psicoanalitico senza fraintendimenti o storture eccessive.


Lettura e rilettura di Lacan

Il corpo del libro si caratterizza per la lettura della tesi lacaniana della sessualità, a partire dalla famosa frase che ha ispirato il titolo del libro. Tuttavia, è contenuta nel saggio l’apprezzabile rilettura da parte di Recalcati, simboleggiata sin dal rimaneggiamento del titolo, che pone l’aforismo di Lacan in forma interrogativa.
E’ particolarmente apprezzata, nella parte centrale del libro, l’ulteriore complessificazione della tesi lacaniana dell’impossibilità del rapporto sessuale, che viene accostata all’impossibilità della sottrazione, da parte del soggetto, del suo rapporto con l’Altro, riprendendo una delle altre celebri tesi di Lacan per il quale ogni soggetto è Altro per un altro soggetto. In questo modo, viene chiarita ulteriormente la natura turbolenta del desiderio del soggetto umano, che si trova esposto nello stesso momento all’impossibilità e alla necessarietà di stare in rapporto con l’altro. Questo punto appare fondamentale perché fornisce una chiave originale di lettura del rapporto dell’uomo con i suoi altri, che si compone ma, ovviamente, non si limita al rapporto sessuale.

Un’altra apprezzata rilettura proposta da Recalcati si trova, nel corso del libro, nell’analisi della struttura di rapporto per come è intesa al femminile e al maschile, che sono, come chiarito sin da subito, slegati dal genere sessuale. Nella prima parte del libro viene infatti presentata una lettura in “tempi moderni” dei quesiti che riguardano soprattutto il modo maschile di godimento – localizzato nell’organo genitale; vengono presentati accenni alla questione medica e comportamentista, che vede il rapporto sessuale nella sua componente meccanica; vengono inoltre presentati stili di approccio al rapporto sessuale, con le interessanti metafore del Don Giovanni e del Casanova, che presentano rispettivamente un approccio totalizzante e pulsionale da un lato e un approccio meccanico dall’altro. Modi di godimento maschile che descrivono le complessità che uomini e donne di ieri e oggi si trovano ad affrontare nel rapporto sessuale. Il riferimento allo stile di godimento femminile è invece affrontato, con più difficoltà, in alcuni capitoli della seconda parte del libro; non a caso, il godimento femminile è descritto come enigmatico, non sempre significabile, perché nello stesso modo era stato definito, con difficoltà, da Lacan stesso, che sulla questione femminile sembra aver concluso con più interrogativi che certezze. In conclusione, tuttavia, viene magistralmente delineata una differenza tra i due modi di godimento, il maschile e il femminile, che viene illustrata come illusione di padronanza e di competenza nel primo caso e l’incontro di un godimento segreto non facilmente addomesticabile nel secondo caso.


In conclusione

Ci troviamo di fronte a un’opera di difficile scrittura e lettura, data sia dalla complessità dell’argomento in sé, sia dalla complessità del linguaggio scelto per trattarlo. Tale complessità è in qualche modo riflessa nella struttura stessa del libro; sebbene armonicamente organizzato in capitoli e argomenti che seguono un filo logico, soprattutto da metà lettura in poi il lettore rischia di essere confuso dall’accumularsi di tesi e argomentazioni, tra le quali diventa più difficile reperire un significato d’insieme.
E’ particolarmente apprezzata ma non sempre chiara la presenza, nell’insieme, di un filo logico che associa l’amore e il desiderio sessuale; sebbene presentati come strade strutturalmente opposte e inversamente proporzionali, in conclusione e dopo alcuni esempi “estremi” che chiarificano la struttura naturalmente perversa del godimento, viene riservato un posto di rilancio positivo alla questione dell’amore, elevato a possibilità dell’esistenza e insistenza di un godimento capace di produrre un incontro singolare e, per questo, unico e insostituibile. La conclusione del libro ne conferma la portata e l’ampiezza di significato: questo non è un libro che parla solo di sesso, ma nel senso più profondo parla d’amore, parola, linguaggio, desiderio: questioni fondamentali di ogni essere umano che sono mostrate o nascoste con decisività nell’incontro sessuale. Per questo motivo, anche se di difficile lettura, “Esiste il rapporto sessuale?”rimane un’opera di interesse sia per chi incontra e lavora le tematiche quotidiane ed esistenziali
degli individui, sia per chi ne è interessato in quanto profondamente implicato.

2 November 2021
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Categorie: Recensione Teoria
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L'autore

Niccolò Bardini

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