Il volare troppo in alto implica il “credere” troppo nelle proprie ali e il non rispettare il limite; il volare troppo in basso vuol dire rinunciare e non alzarsi mai da terra.

Stephen A. Mitchell, 1988

Inquadramento

Nella nostra professione e, sempre di più anche nella nostra cultura, sentiamo spesso parlare di narcisismo. Tuttavia, dare una definizione univoca al costrutto del narcisismo è un’impresa complessa.


Heinz Kohut

La prospettiva di Heinz Kohut si inserisce all’interno del panorama teorico-clinico della psicologia del Sé. Negli anni Sessanta e Ottanta, giungiamo ad un’innovazione della concettualizzazione del narcisismo.

Nella prospettiva di Kohut, il narcisismo diviene il tema principale per la coesione del Sé. La coesione del Sé è raggiungibile grazie ad uno sviluppo caratterizzato da risposte di rispecchiamento e di empatia da parte del caregiver (oggetto-Sé) ai bisogni del Sé del bambino.

I bisogni del Sé sono definiti bisogni narcisistici basali di coesione e crescita.

  • Fungono da spinta motivazionale della personalità.
  • Persistono per l’intero ciclo di vita.
  • Si sviluppano in forme mature.

Si instaura così la struttura della personalità: il Sé nucleare che si integra, nel corso dello sviluppo, con le nostre ambizioni, i nostri ideali e talenti.

Teoria del doppio asse

Attraverso grandiosità e idealizzazione, che costituiscono i temi del doppio asse parallelo, si edificano il Sé, la stabilità dell’autostima e la tolleranza dell’imperfezione. La teoria del doppio asse (Kohut, 1972) prevede che il Sé grandioso e l’imago parentale idealizzata costituiscono le due possibili linee evolutive del narcisismo sano.

  • Il primo, il Sé gransioso, si sviluppa nelle interazioni con oggetti-Sé speculari. Il caregiver valida i bisogni di potere e di riconoscimento che costituiscono il Sé grandioso. Ciò consente lo sviluppo di una buona autonomia e di una corretta autostima.
  • La linea evolutiva dell’imago parentale idealizzata si evolve nelle interazioni con oggetti-Sé idealizzati, i quali forniscono sicurezza al bambino e la futura capacità di regolazione affettiva.

La responsività empatica del caregiver ai bisogni di oggetto-Sé del bambino è fondamentale per:

  • un progressivo ritiro degli investimenti narcisistici;
  • l’interiorizzazione delle componenti del Sé;
  • favorire l’instaurarsi della coesione del Sé, stabilità e armonia.

Quando il caregiver cronicamente non riflette il riconoscimento, non modula la grandiosità del bambino e/o non riesce mai a corrispondere alle aspettative dell’imago parentale idealizzato si forma un disturbo del Sé a cui si accompagnano strutture compensatorie.

In circostanze ottimali, il bambino sperimenta una delusione graduale nei confronti dell’oggetto idealizzato che conduce ad un ritiro degli investimenti narcisistici dall’imago dell’oggetto-Sé idealizzato e alla loro interiorizzazione graduale, cioè all’acquisizione di strutture psicologiche permanenti. Se il bambino subisce la perdita traumatica dell’oggetto-Sé idealizzato o una delusione traumatica, allora l’interiorizzazione non ha luogo. Il bambino non acquisisce la struttura interna necessaria, la sua psiche rimane fissata ad un oggetto-Sé arcaico.

Heinz Kohut, 1972


Kohut e Kernberg a confronto

Osserviamo come il disturbo narcisistico di personalità (DNP) sia concettualizzato da Kohut in termini di persistenza di un Sé grandioso quale residuo dell’infanzia.

Si contrappone al Sé grandioso patologico di Kernberg che, al contrario, costituisce una nuova struttura patologica centrale per il DNP. Esso è inteso come una difesa contro la dipendenza dall’oggetto. Da cosa si difende? Il sé grandioso patologico si difende dal fare esperienza della posizione paranoide con la rispettiva angoscia di persecuzione.

In Kohut, vi sono due possibilità di risposta alle ferite e alle inadeguatezze da parte dell’individuo narcisista:

  • Ritiro evitante;
  • Rabbia narcisistica.

La rabbia narcisistica è una conseguenza di fattori evolutivi, una minaccia percepita al Sé ed è scatenata e accompagnata da vergogna, umiliazione e delusione. Costituisce una risposta secondaria derivante dal fallimento degli oggetti-Sé.

La concezione di rabbia e di aggressività di Kohut si distanzia dal pensiero di Kernberg. Quest’ultimo sostiene che la rabbia è una spinta innata basata sull’invidia e sulla sua gestione. L’aggressività è la causa sottostante del Sé grandioso che rende impossibile l’integrazione di esperienze positive e negative dell’oggetto. All’interno della visione kernberghiana, la vergogna viene esperita nel momento in cui avviene uno svelamento dell’invidia e della rabbia.


Azione terapeutica

La questione non è relativa soltanto all’aver bisogno di rispecchiamento, piuttosto riguarda “quanto il bisogno di rispecchiamento sia intenso, tollerabile nel tempo e gestibile in modo creativo” (Madeddu, 2020).

Kohut sostiene che l’azione terapeutica consiste nel promuovere il rafforzamento di un Sé debole e la sua coesione attraverso la mobilitazione di transfert oggetto-Sé. Infatti, i bisogni primari, arcaici, del Sé del paziente si riattivano nel transfert oggetto-Sé.

Il cosiddetto Sé tripolare di Kohut prevede l’esistenza di tre tipi di transfert narcisistici:

  • Transfert speculare: Il paziente esprime il bisogno narcisistico del Sé di essere validato, approvato e riconosciuto dal terapeuta. L’esigenza è quella di rispecchiamento.
  • Transfert idealizzante: Il paziente esprime il bisogno di idealizzare il terapeuta.
  • Transfert gemellare o alter ego: Richiede che paziente e terapeuta siano la stessa cosa.

Dunque, il compito del terapeuta è di:

  • Porre enfasi sui bisogni percepiti del paziente e di farli emergere nel transfert.
  • Esaminare ed esplorare i propri fallimenti di comprensione empatica che avvengono all’interno della relazione terapeutica poiché è necessario per la crescita, la riparazione e l’integrazione del Sé.

Nel narcisismo, il mantenimento dell’autostima – e in realtà dello stesso Sé – dipende dalla disponibilità incondizionata di un oggetto-Sé speculare che approva o di un oggetto-Sé idealizzato che consente la fusione.

Heinz Kohut, 1972


ReMinders

L’internalizzazione transmutante (Kohut, 1972) è il processo che permette l’edificazione del Sé attraverso la responsività empatica dei genitori. La responsività del caregiver può essere accompagnata da graduali fallimenti poiché risultano essere altrettanto nucleari nella crescita del Sé. Ciò conduce all’acquisizione della capacità di regolare le emozioni e adattarsi all’ambiente circostante.

La visione del narcisismo di Kohut, impostata su deficit evolutivi a cui seguono un senso di fragilità e vulnerabilità del Sé, ha posto le basi per ciò che definiamo vulnerabilità narcisistica.


Bibliografia

Kohut, H. (1976). Narcisismo e analisi del Sé. Bollati Boringhieri Editore.

Heinz, K. (1977). La guarigione del Sé. Bollati Boringhieri Editore.

Heinz, K. (1982). La ricerca del Sé. Bollati Boringhieri Editore.

Madeddu, F. (2020). I mille volti di Narciso. Fragilità e arroganza tra normalità e patologia. Raffaello Cortina Editore.

McWilliams, N. (2006). La psicoterapia psicoanalitica. Raffaello Cortina Editore.

22 November 2020
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Categorie: Teoria
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L'autore

Elisabetta Masci

Founder

  Commenti: 2


  1. Articolo molto interessante che ha riacceso la mia curiosità verso una teoria studiata ai tempi dell’Università, i cui dettagli, come talvolta accade quando poi ci si specializza in approcci differenti da quelli di stampo analitico, nel tempo si perdono un po’.

  2. Riccardo Manini


    Siamo molto contenti di aver riacceso la tua curiosità 🙂 Grazie Stefania!

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